Mastri d'ascia

Francesco Stenghel e Silvia Scaramuzza

Ritratto
  • LABORATORIO: Lo squero
  • PRODOTTI: Gondole
  • MATERIALI: Legno
  • SESTIERE: Dorsoduro
  • DISPONIBILITÀ: Su appuntamento
  • INDIRIZZO: Calle de la Chiesa, 1542

Famoso in tutto il mondo per le sue gondole—veri capolavori d’arte nautica—lo squero Tramontin ha vissuto una rinascita grazie all’intraprendenza dei maestri d’ascia Silvia Scaramuzza e Francesco Stenghel. Dal 2021, anno in cui hanno preso le redini del cantiere, i due hanno lavorato per restaurare la struttura e riorganizzare gli spazi, preparandoli per una nuova produzione sotto il nome “Lo Squero”.

Allievi prediletti del celebre maestro Gianfranco “Crea” Vianello dell’omonimo cantiere giudecchino, Silvia e Francesco hanno trascorso diversi anni apprendendo i segreti del mestiere sotto la sua guida, prima di intraprendere la propria strada. I due squerarioli hanno iniziato la loro attività concentrandosi su restauri e manutenzioni, guadagnandosi poco a poco la fiducia dei gondolieri. Parallelamente, hanno approfondito lo studio su libri e disegni storici, perfezionando la tecnica. È della fine del 2023 il varo della prima gondola, costruita seguendo rigorosamente le tecniche tradizionali.

Ogni dettaglio del processo è curato con estrema precisione: dall’utilizzo di diversi tipi di legno per le varie componenti, alla realizzazione delle sagome in rovere che guidano i tagli fondamentali, fino alla minuziosa considerazione dell’asimmetria, della curvatura dei fianchi e del rialzo progettato per il gondoliere, fino alla non meno importante pittura. Il tempo di realizzazione è di circa due mesi e mezzo, tenendo conto che, come un abito sartoriale, ogni gondola è costruita per adattarsi alla fisicità del gondoliere.

Oltre alle gondole, Silvia e Francesco si dedicano anche alla realizzazione e al restauro di altre imbarcazioni tradizionali della laguna, come sandoli e mascarete, rivolgendosi sia a clienti privati che a circoli nautici e remiere. Con una domanda in crescita e commissioni regolari, Silvia e Francesco possono contare sull’aiuto di due collaboratori, contribuendo così a mantenere viva questa antica tradizione, parte integrante dell’identità e dell’immagine di Venezia.