Fonditore

Carlo Semenzato

Ritratt O2 Lo S2462
  • LABORATORIO: Fonderia Valese
  • PRODOTTI: Ornamenti, Maniglie, Oggettistica, Campanelli
  • MATERIALI: Metalli
  • SESTIERE: Cannaregio
  • DISPONIBILITÀ: Su appuntamento
  • INDIRIZZO: Fondamenta Madonna dell'orto, 3535

In un cortile affacciato sulla laguna nord si trova la sede dell'ultima fonderia tradizionale della città: l'Antica Fonderia Valese. Qui, in un laboratorio dalle pareti di mattoni adornate di vecchi attrezzi, Carlo Semenzato realizza opere in ottone, alluminio e bronzo utilizzando l'antica tecnica della fusione in sabbia.

Al centro del laboratorio, sormontato da una cappa, si erge un forno circolare che fonde l’ottone a 1200 gradi. Il metallo fuso, una volta purificato, viene versato in stampi riempiti con sabbia fresca di Fontainebleau, mescolata a sabbia annerita già utilizzata in precedenti fusioni. La preparazione di questo mix di sabbie è guidata più dall’esperienza che da una ricetta precisa.

Carlo, che ha iniziato a lavorare in fonderia prima dei 18 anni, ha affinato le sue competenze grazie a decenni di pratica, fino a prendere le redini dell’attività fondata nel 1913 dalla famiglia Valese. Oggi, la fonderia produce moltissimi oggetti––ornamenti per gondole, battenti per porte, sculture––coniugando funzionalità e quintessenza veneziana. Realizza sia linee classiche, disponibili nel suo negozio in Calle Fiubera, sia opere su commissione.

Il giorno della fusione, il venerdì, è un vero e proprio rito. Mentre versa l’ottone fuso in stampi di diverse forme e dimensioni, nascosti dentro supporti di legno disposti intorno al forno, Carlo lavora con una calma e una concentrazione tanto intense quanto il calore del materiale che maneggia. Intanto, i suoi assistenti spostano pesi e rimuovono il materiale in eccesso con movimenti rapidi e precisi.

Una volta che il metallo si solidifica, i pezzi vengono lasciati raffreddare prima che Carlo inizi la fase finale, la sua preferita: la rifinitura a mano e la lucidatura di ogni pezzo. Parlando del suo lavoro con grande umiltà, Carlo afferma di non smettere mai di imparare e descrive ogni fusione come un caso unico, una curva di apprendimento che si ripete.